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“Senza glutine” in etichetta: regole, limiti e casi vietati

Per chi impasta pane, dolci o pasta fresca GF, la dicitura “senza glutine” non è un vezzo grafico. È una promessa. Parla a persone celiache o intolleranti che leggono le etichette con attenzione chirurgica. Se la promessa è fondata, costruisce fidelizzazione. Se è superficiale, si traduce in rischio: per la salute, per la reputazione, per la conformità.

In queste righe mettiamo ordine: quando puoi usare “senza glutine”, quando no, quali diciture corrette preferire, come gestire la cross-contamination, e come trasformare tutto in un’etichetta chiara e coerente che lavori per te (e per chi deve controllarti).

Le regole per le etichette “Senza Glutine” in 3 concetti

1) Che cosa significa “senza glutine”

La normativa europea fissa un limite netto: si può dichiarare sull’etichetta “senza glutine” se il prodotto finito, così come venduto, contiene ≤ 20 mg/kg (20 ppm) di glutine. Non è uno slogan: è un dato misurabile, che va sostenuto da processi e — quando opportuno — analisi.

2) L’alternativa meno comune

Esiste anche la formula “con contenuto di glutine molto basso” (fino a 100 mg/kg). In pratica riguarda alimenti ottenuti da cereali contenenti glutine ma lavorati per ridurne la presenza. Nel mondo bakery/pasta fresca GF “puro” è rara: se non usi cereali con glutine, la dicitura di riferimento resta “senza glutine”.

3) Allergeni e informazioni al cliente

A prescindere dal claim, gli allergeni devono essere evidenziati nell’elenco ingredienti in etichetta secondo le regole di etichettatura. E se vendi non preimballato (es. banco pane o banco pasta fresca), l’informazione sugli allergeni va comunque fornita in modo chiaro (cartelli, registri, menù).

Quando puoi scriverlo sull’etichetta (e quando no)

Immagina due scene.

Scena A – Laboratorio GF dedicato.
Materie prime selezionate, flussi separati, utensili dedicati, personale formato. Le analisi sul prodotto finito confermano valori sotto 20 ppm. Qui la dicitura “senza glutine” è coerente, utile e difendibile. Puoi metterla sull’etichetta personalizzata del tuo prodotto.

Scena B – Laboratorio promiscuo.
Stesse stanze per prodotti con e senza glutine, pulizie non validate, fornitori non tracciati. Non ci sono evidenze che il prodotto finito sia sotto soglia. In questo caso non si può scrivere “senza glutine”. La promessa non sarebbe sostenibile.

Ci sono anche casi in cui la dicitura è esplicitamente vietata: ad esempio per alimenti per lattanti e di proseguimento. E altri in cui rischia di essere ingannevole: se il prodotto è naturalmente privo di glutine (es. un alimento mono-ingrediente tipicamente GF) e il claim viene usato per creare un vantaggio competitivo, l’informazione può risultare scorretta.

Dicitura corretta: le parole contano su ogni etichetta!

  • Consentite e consigliate
    “Senza glutine” (≤ 20 ppm), parola chiave primaria del nostro articolo; “con contenuto di glutine molto basso” (≤ 100 ppm, casi specifici). In alcuni contesti, se motivato, si può aggiungere “specificamente formulato per persone intolleranti al glutine” o “adatto ai celiaci”: usale solo se coerenti con ingredienti, processo e documentazione.

  • Da evitare
    Formule vaghe come “quasi senza glutine”, “gluten-light”, “praticamente senza glutine”. O claim “speciali” su prodotti naturalmente GF, usati per “spingere” la vendita: rischiano di confondere.

In pratica: scegli una dicitura corretta per la tua etichetta, posizionala con logica grafica e ripetila in modo coerente su pack, cartellini e listini. La coerenza vale più di mille parole.

La croce del mestiere: gestire la cross-contamination

La maggior parte delle non conformità non nasce da un ingrediente “sbagliato”, ma da contaminazioni incrociate. Qui si fa la differenza.

Come costruire una barriera

  • Fornitori e ingredienti
    Pretendi schede tecniche aggiornate e informazioni precise sugli allergeni. Seleziona fornitori affidabili: è la base della piramide.

  • Spazi e attrezzature
    L’ideale è avere aree dedicate al GF. Se non puoi, pianifica sequenze (prima GF, poi non-GF) e pulizie validate (non “a occhio”: procedure e verifiche).

  • Persone e formazione
    La variabile umana è tutto: formazione periodica, DPI puliti, regole chiare su movimenti, utensili, stoccaggi.

  • Controlli sul prodotto finito
    Non serve “analizzare tutto sempre”, ma un piano sensato sì: scegli “referenze sentinella”, definisci frequenza proporzionata al rischio, registra i risultati. È questo che consente di sostenere la dicitura “senza glutine” senza affanni.

Una buona abitudine
Mantieni un registro sintetico: ingredienti/fornitori qualificati, sanifiche, formazione, analisi. Non solo per i controlli: aiuta il team a lavorare con serenità.

Etichetta, cartellino, menù: tre facce della stessa storia

Un consumatore GF non legge “in diagonale”: legge tutto. La tua comunicazione deve essere coerente e leggibile ovunque.

Impaginazione che funziona per la tua etichetta e gli altri strumenti

  1. Denominazione + claim vicino: posiziona “senza glutine” nei pressi della denominazione, in grassetto. È dove l’occhio si aspetta di trovarlo.

  2. Ingredienti ordinati: elenco chiaro, allergeni evidenziati (grassetto/MAIUSCOLO, ma con misura).

  3. Micro-copy utili: se il processo è dedicato o controllato, una nota breve (“processo controllato per l’assenza di glutine”) rassicura senza alzare polveroni.

  4. Coerenza cross-canale: quello che dichiari in etichetta deve coincidere con il cartellino da banco e con i menù. Zero disallineamenti.

Materiali e formati

Nel fresco, l’etichetta lavora in ambienti “ostili”: vapore, oli, umidità, sbalzi termici. Ha senso progettare etichette adesive personalizzate con supporti e adesivi idonei alle superfici (vaschette, vasetti, flow-pack), e cartellini da banco coordinati per una comunicazione pulita e ripetibile. Sono soluzioni stampabili su misura come quelle che trovi nel catalogo Tic Tac: qui la personalizzazione non è estetica fine a se stessa, ma funzione (leggibilità, durata, igiene).

Errori che vediamo spesso sulle etichette (e come evitarli)

“Senza glutine” ma senza prove.
Succede quando la produzione “si sente sicura” ma non ha evidenze: piani di sanifica non formalizzati, nessuna analisi sul prodotto finito. La dicitura è a rischio.

Incoerenze tra pack e banco.
Etichetta perfetta, cartellino incoerente (o viceversa). Il cliente si confonde. Soluzione: un set di template coerenti per tutti i supporti e una “guida interna” di due pagine con regole condivise.

Claim superflui su prodotti naturalmente GF.
Non aggiungono valore, possono risultare ingannevoli e attirare contestazioni. Meglio puntare su chiarezza e informazioni realmente utili.

Due casi pratici

Panificio GF dedicato con vetrina mista

Il laboratorio è separato; la vetrina espone solo prodotti GF. Ogni referenza ha cartellino con denominazione, ingredienti sintetici, allergeni in evidenza, pittogramma sobrio e claim “senza glutine” ben leggibile. Trimestralmente si analizza una “famiglia sentinella” (pane in cassetta + focaccia farcita). Il personale segnala quotidianamente eventuali non conformità su un registro condiviso. Risultato: coerenza, sicurezza, fidelizzazione.

Pastificio artigianale con giornate GF

Non c’è uno spazio dedicato, ma ci sono giornate di produzione GF con pulizie validate prima dell’avvio, utensili dedicati e stoccaggi separati. Le etichette della pasta fresca senza glutine riportano “senza glutine” accanto alla denominazione, elenco ingredienti asciutto, allergeni evidenziati, lotto e TMC ben leggibili. Il piano analitico è mensile nelle fasi iniziali, poi bimestrale dopo 6 mesi senza non conformità. La documentazione consente di difendere il claim con tranquillità.

Mini-guida operativa

  • Prima la materia prima: schede tecniche e informazioni allergeni archiviate per ogni fornitore.

  • Poi il processo: separazioni, pulizie, formazione. Non “a voce”: procedure.

  • Infine le evidenze: piano analitico sul prodotto finito calibrato sul rischio (non ottuso, non assente).

  • E la comunicazione: etichetta e cartellini coerenti, claim “senza glutine” ben posizionato, allergeni in evidenza, micro-note sobrie.

  • Aggiornamenti: normative e prassi evolvono. Prevedi un controllo annuale di testi e layout.

FAQ rapide

Posso scrivere “senza glutine” sull’etichetta se uso solo ingredienti GF?
Sì, se e solo se il prodotto finito rispetta ≤ 20 ppm. Gli ingredienti GF aiutano; il processo e le verifiche lo dimostrano.

“Può contenere tracce di…” è obbligatorio sull’etichetta?
Non sempre. È una dicitura cautelativa che ha senso solo se esiste un rischio residuo realistico. Se il laboratorio è dedicato e le evidenze sono solide, in genere è superflua.

Meglio la spiga barrata per l’etichettatura?
Il simbolo aiuta la riconoscibilità, ma non sostituisce regole e controlli. Se lo usi, fallo con criteri e coerenza grafica.

Come preparo un’etichetta che “passa l’esame”?
Pensa al cliente (leggibilità, informazioni essenziali), al controllo (coerenza, riferimenti chiave), al banco (resistenza dei materiali). Una buona etichetta è quella che si capisce subito… e resiste fino all’ultimo pezzo venduto.

Una promessa che torna indietro

Scrivere “senza glutine” in etichetta è una promessa misurabile: ≤ 20 ppm sul prodotto finito, processi puliti, persone formate, comunicazione chiara. È lavoro quotidiano più che carta bollata. In cambio, ottieni fiducia.
Se vuoi trasformare questa cura in strumenti concreti, progetta etichette adesive personalizzate e cartellini da banco pensati per il tuo flusso: leggibili, coerenti, adatti a superfici e ambienti del fresco, in linea con le soluzioni stampabili disponibili su Tic Tac. La forma — quando è al servizio della sostanza — fa la differenza.

La strada giusta? Scegliere la chiarezza, la leggibilità, la cura dei dettagli, senza mai perdere di vista la tua identità di produttore. Se vuoi un piccolo aiuto in più, non sottovalutare le risorse online: il portale del Ministero della Salute è un riferimento costante per la normativa, mentre il sito Tic Tac ti offre idee e soluzioni pratiche per tutte le esigenze di stampa.

Hai bisogno di un confronto? Vuoi una consulenza su misura per le tue etichette, o semplicemente ti piacerebbe vedere e toccare con mano i materiali e i formati disponibili?
Contatta il team Tic Tac: sarà un piacere studiare insieme la soluzione più adatta per la tua confezione, che sia per la piccola bottega artigianale o per la produzione industriale su larga scala.

Il file grafico dell’etichetta

Per creare un file grafico perfetto alla base dell’etichettatura, abbiamo preparato per voi un semplice video tutorial. Prima di lasciarvi al video, vi diamo qualche piccolo consiglio:

  • Impostate la risoluzione a un minimo di 300 dpi (dots per inch/punti per pollice);
  • Scegliete il formato e lasciate sempre lo spazio per le abbondanze (per esempio: se ordinate un’etichetta di dimensioni 5 x 6 cm, il documento dovrà essere 5,4 x 6,4 cm);
  • Convertite tutti i testi in tracciati, vettorializzandoli. Ricordate però, prima, di salvare una versione del file con i testi modificabili, per le future modifiche;
  • Incorporate le immagini all’interno del file e non collegate.

E ora vi lasciamo al nostro video-tutorial:

Un campione gratuito personalizzato per l’etichettatura “Senza glutine” e non.

Non è detto, ovviamente, che tutti conosciate già la qualità e l’efficienza del nostro reparto di produzione etichette.
Se sei tra coloro che entrano in contatto per la prima volta con noi di Tic Tac e vuoi testare le nostre etichette, puoi richiedere un campione gratuito dell’etichetta per i tuoi prodotti Gluten Free (ma anche per tutti gli altri!) e riceverlo in brevissimo tempo al tuo domicilio.

Siamo certi che te ne innamorerai!

Ti aspettiamo.

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